l’iMPavidO CavalieRe

  










 Tanto tempo, fa alla corte di re Ludovico venne consegnata l’investitura di primo cavaliere ad un giovane condottiero di nome Rolando, per il suo coraggio e la sua goliardia, in difesa del regno. Rolando di Borgogna conservava in cuor suo un terribile segreto, ossia, quello di aver timore delle api. Re Ludovico bandì un proclama. Invitòtutti i dignitari di corte e il suo popolo alla festa del diciottesimo compleanno di sua figlia Camilla. La grande festa si sarebbe dovuta tenere al castello di Monte Rosato.   Il banditore di corte su ordine del Re, lesse il proclama nella grande piazza del piccolo paese e a gran voce urlò: “Udite! Udite! gente! Tutti gli abitanti del regno di re Ludovico e della regina Esmeralda sua moglie, sono invitati a partecipare alla festa che si terrà a palazzo, in onore della loro figlia Camilla, per il suo diciottesimo compleanno.” Il giovane Rolando cominciò a fremere al pensiero di stare accanto alla giovane e bella Camilla. Arrivò il gran giorno e l’impavido cavaliere indossò la sua splendida divisa, salì sul suo destriero bianco e si diresse verso il castello. Giunto a palazzo, venne accolto con grandi onori dalla maggior parte dei dignitari di corte e da Re Ludovico. La sala era gremita di gente, proveniente da vari paesi limitrofi. Il re appena lo vide si accosto a Rolando, posò la sua mano sulla spalla del giovane e con voce silente gli disse: “Messere Rolando, son felice che lei sia qui oggi. Lei sa quanto io provi nei suoi confronti una grande stima e ammirazione. Vorrei che lei aprisse le danze insieme alla mia splendida figlia Camilla. Devo dirle pertanto che approvo con grande onore la sua vicinanza verso mia figlia. Per lei, ho dei grandi progetti, mio caro figliolo. Ora vada da lei e la conduca al centro della sala. Apra le danze, così tutti la potranno seguire.”  La musica invase tutta la sala e Rolando con osservanza si inchinò verso la bella Camilla, le porse la sua mano e la condusse verso il centro della sala, aprendo così le danze. Persino gli invitati presenti nella grande sala iniziarono a seguirli. Dal grande finestrone fece capolino una piccola e giovane ape, che iniziò a ronzare dappertutto, procurando fastidi agli invitati. Re Ludovico in principio non capì cosa stesse accadendo e preoccupato si avvicinò a Rolando e gli disse: “Messer Rolando qualcosa non va! Gli invitati sembrano infastiditi. La prego dia un occhiata per cortesia. Non sono tranquillo.” Rolando si congedò dalla principessa su comando del re ed andò a perlustrare dappertutto, ma non vide nulla. Il Re però non si diede pace. Allora lo richiamò una seconda volta e disse: “Messer Rolando, la scongiuro cerchi di scoprire cosa sta accadendo nella sala. Sento gli ospiti lamentarsi per qualcosa o qualcuno. Controlli dappertutto! Su, ora vada!” Rolando armato di spada, setacciò tutto il castello, ma non riuscì a trovar nulla di così preoccupante. Quando ad un tratto s’ accostò al grande finestrone della sala per visionare all’esterno, fece capolino una piccolissima ape, che nascosta dietro il grande tendone. decise posarsi sul suo naso. Rolando spaventato cercò in tutti i modi di allontanarla, ma ci non riuscì. La piccola ape anch’essa intimorita tirò fuori il suo pungiglione e gli punse il naso.  Il giovane cavaliere cominciò a saltellare e ad urlare come un pazzo per il forte dolore, per tutta la sala : “Ohi, Ohi Ohi! Che male…! Uccidetela vi prego! Aiutatemi! Odio questi maledetti insetti!”  Gli invitati preoccupati, non capirono cosa stesse accadendo. Lo videro saltare avanti e indietro, quasi a tempo di danza, restando alquanto sbigottiti per il suo comportamento. Il naso del giovane condottiero iniziò a gonfiarsi a dismisura. L’ape continuò ad inseguirlo dappertutto. Sfinito, uscì frettolosamente dal castello per paura d’essere punto una seconda volta. Corse immediatamente verso la fontana che stava al centro dei grandi giardini imperiali e vi si buttò dentro.  La piccola ape continuò a ronzargli attorno finché non fosse uscito fuori dall’acqua.Tutti quanti, reali e  dignitari di corte incuriositi uscirono anch’essi dal castello per capire cosa stesse accadendo. Quando lo videro immerso nella grande fontana che lottava contro la piccola ape iniziarono tutti quanti a ridere a crepapelle.  Re Ludovico che dalla grande vetrata della sala vide tutto, pensò che fosse uno spettacolo indecoroso. Sbigottito per la misera figura del giovane cavaliere, si posò una mano sulla fronte e disse: “Mamma mia. Non ci posso credere!Quale cavaliere ha mai avuto paura di una piccola ape!”. Poi concluse: “Come potrò mai affidare il mio regno e lamia giovane ed amata figlia, ad un cavaliere, che fugge via per così poco.” Il giovane Rolando questa volta mostrò a tutti non il suo coraggio, ma la sua codardia. 

     Un antico detto dice: la paura ha la sua utilità, ma la vigliaccheria non ne ha affatto.      

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