CUOcO BaSiliO alla cOrTe di re GiOrgiO.

 


CUOcO BaSiliO alla cOrTe di re GiOrgiO.



  C’era una volta un anziano Re, panciuto e con una lunga barba bianca, che viveva in un grande castello chiamato “Castel Beffardo”. 
Una mattina Re Giorgio, si alzò molto presto e in tutta fretta pensò di precipitarsi nelle cucine del palazzo, per parlare con il suo amato cuoco, ma non lo trovò. Allora, decise di recarsi nelle stanze della servitù. Il Re bussò alla sua porta, ma cuoco Basilio non rispose.  Re Giorgio impaziente tirò fuori dalla tasca il grande mazzo di chiavi aprì la porta ed èntrò. 
Il re vide Cuoco Basilio che dormiva beatamente nel suo gran lettone,rannicchiato sotto le lenzuola. Re Giorgio cominciò ad urlare a gran voce: “Cuoco Basiglio. Si alzi dal letto! Ho bisogno parlarle. Ho una cosa importantissima da riferirvi. Ha sentito cosa le ho detto? Oppure la devo buttar giù dal letto per svegliarla” 

Cuoco Basiglio spaventato dalle urla balzò in piedi.. In un primo momento pensò che fosse un terribile sogno.  Poco dopo vide Re Giorgio davanti al lui, con indosso una cuffia di lana bianca con un grosso pompon ed una lunga veste bianca che gli giungeva ai piedi.  Basilio non potè crederci ed ancora tutto assonnato gli disse:“Che succede Maestà! Perché urla, così forte?”. 
Il re concitato si mise a parlare così frettolosamente che cuoco Basilio non riuscì a capire cosa stesse dicendo.  Cuoco Basiglio gli riferì di calmarsi perchè non riusciva a capire cosa volesse da lui. Re Giorgio si tranquillizzo e cominciò  a dire: “Allora! riprendiamo il discorso. Son venuto a chiedervi un grande favore. Mi ascolti bene Cuoco Basiglio. Lei quest’oggi sarebbe disposto a preparare un piatto speciale che possa stupire tutti i miei commensali, poiché oggi arriveranno al castello. Non vorrei deluderli! .Mi capisce!"

Il cuoco infastidito  per le sue pretese rispose: “Sire, vi siete accorto che non è il momento giusto per chiedere qualcosa! Le ricordo che sono solo le 4 del mattino. Avete riposato male per caso?Mi dica chiaramente cosa vuole da me.” 

Re Giorgio immediatamente rispose: “Certamente che ho riposato bene! Anzi benissimo!! Poi non si deve preoccupare per l'orario. Lei deve fare quello che le dico io. Poichè questa notte ho fatto uno sogno abbastanza strano. Mi trovavo in una foresta vicino ad un altissimo pioppo. Stavo raccogliendo tantissimi funghi rossi e gialli, deliziosi e bellissimi. Li mangiavo con tanto gusto. Per questo motivo, son venuto subito da voi per domandarvi di preparare un delizioso pranzetto per me e per i miei commensali a corte.Ha capito ora?” 

Il cuoco sentito il suo discorso pensò tra sé che il re fosse impazzito.

Cuoco Basilio con tanta pazienza cercò di farlo ragionare in tutti i modi e rivoltosi al re disse: “Mi perdoni, lei sta chiedendo a quest’ora di prepararle delle pietanze particolari! In dispensa non ci sono funghi. Dove posso andare a comprare dei funghi grandi polposi e rossi. Si rende conto che non è affatto semplice trovarli!” 

Re  Giorgio cercò di convincerlo dicendo: “ La prego Cuoco Basilio, son disposto ad aumentarle lo stipendio. Vorrei fare una bella figura davanti ai miei commensali.” 

Cuoco Basilio si alzò dal letto ed accompagnò Re Giorgio in camera sua. Cuoco Basilio ci pensò un pò sù e decise allora di accontentare il re, pensando che avrebbe avuto un aumento in denaro. Si preparò per bene, prese un cesto di vimini e si recò a Bosco Vicino. Camminò per ore, finché giunse in un vasta foresta di lecci. Durante il cammino vide accanto alle piante dei funghi rossi proprio come quelli descritti dal Re.

 Cuoco Basilio raccolse tutti funghi che trovò durante il percorso, anche se non li conosceva affatto e li mise all’interno del cestino. Rimase estasiato per la loro bellezza, poiché erano grandi e polposi. Cuoco Basilio stanco per il lungo camminare, pensò ad alta voce: “Sono stufo d’essere comandato da questo rozzo e pazzo Re. Non fa altro che chiedere cose impossibili.Si alza alle quattro del mattino e pretende di avere dei funghi rossi e gialli. Questo è proprio pazzo!”  
Mentre il re passeggiava in su e in giù all’interno del castello, aspettando che il cuoco ritornasse, si ripuliva per bene le stanze del suo grosso naso peloso ed attorcigliava i lunghi baffi grigi all’insù. E con voce roca mormorava: “Ma quanto tempo deve star fuori. Son passate diverse ore. Se non arriverà in tempo lo caccerò via all’istante!!”

Dopo cinque ore cuoco Basilio rientrò a palazzo, mostrò i funghi raccolti al re e spiegò il suo ritardo. Re Giorgio aveva un aspetto goffo e burbero nei modi e si arrabbiò tantissimo con lui e gli ordinò immediatamente di preparare un succulento pranzetto per i suoi ospiti. Cuoco Basilio seppur contrariato per il comportamento del re, realizzò tutte le pietanze richieste. Sulla tavola regale vennero portate diverse pietanze: zuppa di funghi, abbacchio arrosto, tacchino farcito con delle buonissime spezie, frutta esotica e dei dolci fantastici ricoperti di caramello e frutti di bosco. I commensali vennero fatti accomodare nei posti contrassegnati. Il re rimase estasiato per la bellezza dei piatti preparati da cuoco Basilio. 

Mentre i commensali stavano tranquillamente seduti al tavolo, il re si alzò in piedi, prese la campanella e si mise a suonarla per ben due volte. Il re a gran voce disse: “Diamo inizio alla festa, ben venuti e buon appetito a tutti voi.”  Cuoco Basilio portò a tavola come prima pietanza la zuppa di funghi. I commensali iniziarono ad assaporare l’ottimo cibo e a congratularsi. Nel frattempo si misero a raccontare fatti particolari e a ridere per le fredde battute del re. Ad un certo punto, qualcuno iniziò a lamentarsi per i rumori e gli odori flatulenti che arrivavano da sotto il tavolo. Qualche invitato iniziò ad accusare dei dolori all’addome. 

Il re preoccupato s’alzò in piedi e rassicurò gli ospiti: “State tranquilli miei cari, tutto procede bene. Dopo la zuppa di funghi passeremo alla porzione di tacchino all’arancia, con patate con funghi trufolati e poi tante altre pietanze.” 

All’improvviso persino la pancia del re cominciò a fare degli strani rumori, seguiti da dolori all’addome e maleodoranti puzzette. I commensali iniziarono a guardarsi l’un l’altro sospettosi. 

Quando all’improvviso non riuscirono più a trattenersi per il forte mal di pancia e sbalzarono tutti quanti dalle loro sedie, precipitandosi fuori dal castello. Non riuscendo più a trattenersi iniziarono a calarsi le braghe e sollevarsi le sottovesti. Finendo così a farsela tutti quanti addosso. 

Cuoco Basilio che guardava dal grande finestrone della sala, soddisfatto iniziò a sbellicarsi dalle risate. Decise poi di uscire fuori e di gridar a gran voce: “Funghi e brogli son tutt’uguali, ma li più belli son mortali. Al mio re e a li signori l’ho serviti, son sicuro che se son pentiti e mo’ che li commensali l’han magnati, or sicuramente se son cagati. Ma voi che siete spettatori, che ne pensate de li miei errori. Il re grullo non l’ha capito, che er cuoco l’ha offerto er ben servito.  E voi che con me state a guardà, non pensate che non ve possà capità. Or mi dileguo in tutta fretta, poiché se me piglia me fà a porpetta.”  

Un vecchio proverbio dice: chi troppo vuole nulla stringe.

 

 

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