Tanto tempo fa in un’antica oreficeria londinese, lavorava un abile
orafo di nome Albert Smith. Una mattina davanti al suo negozio si presentò un
ricco signore accompagnato dalla sua bellissima moglie.Il
gentil uomo salutò e rivoltosi all’orafodisse: “Buon giorno! Desidererei fare un regalo alla
mia signora. Se non è di suo disturbo desidererei poter visionare qualche
anello in oro giallo o bianco, con diamante. Spero abbiate qualcosa di
veramente raffinato. La informo che non bado a spese!” L’orafo gli mostrò una
varietà di anelli ed esclamò: “Eccoli! Son tutti qua! Questi sono tra i più
belli che possiedo. Sono completamente lavorati a mano” L’orafo si mise subito a rovistare nei diversi
scaffali e poco dopo gli mostrò due anelli importanti in oro giallo, uno con
diamanti e l’altro con zirconi. Il gentiluomo li osservò entrambe, ma fu attratto
dall’ultimo, ossia da quello con zirconi e decise subito d’acquistarlo. Il
ricco signore non s’accorse della differenza, poiché erano belle entrambe.
L’orefice prima di preparare il pacco regalo, mostrò nuovamente l’anello e
disse: “ E’ certo della scelta? Perché questo anello è uno tra i più belli. Ha
una lavorazione importante. Comunque, lei oggi ha fatto un buon acquisto. La
sua signora sarà contenta.” Il gentil uomo lo fece indossare subito alla moglie.
Pagò l’anello e insieme lasciarono il portone alle spalle. Messer Smith si mise a saltare per la gioia, pensando
d’essere riuscito a truffarli, facendo pagare l’anello di zirconi allo stesso
prezzo di quello di diamanti. Prese il denaro e lo mise subito in cassa. A fine
lavoro, mentre s’apprestava a chiudere l’oreficeria, si mise a contare l’intero
incasso della giornata. L’orafo visionò minuziosamente le banconote
guadagnate una per una. Quando ad un certo punto s’accorse che le
banconote consegnate dai ricchi signori
erano false. Incredulo per l’accaduto e
disperato, si sedette sulla sedia tenendosi il capo. La storia racconta che da truffatore quale
era, passò ad essere truffato.
Un antico
proverbio dice: Chi la fa l’aspetti.
Comments