L’Aquila e la CiveTTa.

Una mattina in piena estate, una giovane aquila vide da lontano una civetta, che stava sopra un grossa quercia a riposare. L’aquila si avvicinò a lei e le chiese: “Che fai tutta sola! aspetti forse qualcuno?” 

La civetta con molta calma rispose: “Non aspettò nessuno, Son qui a riposare un po’. 

L’aquila continuò a fargli altre domande e disse: “Te la sentiresti di fare una gara di volo? Se tu dovessi accettare, la mia condizione è questa! L’ultimo arrivato dovrà offrire un succulento pranzetto. Ti avverto il percorso sarà lungo e tortuoso.” 

La civetta serenamente rispose: Sono pronta! Quando dovremo iniziare? 

L’aquila prontamente rispose: “Ora!! In questo preciso momento. Pronto! Tre, due, uno, partenza Via!” La civetta rimase sorpresa e accettò la sfida. Entrambe partirono in volo. Durante il percorso la civetta accusò un forte dolore all’ala sinistra. Allora decise di fermarsi a riposare un po’, restando indietro rispetto all’aquila. 

L’aquila si voltò e non la vide più. Nonostante tutto andò avanti e continuò il suo percorso. Giunse la notte e l’aquila decise di fermarsi a riposare sopra una rupe, prima di arrivare al Monte Limbara.   La civetta nel contempo schizzo in volo e si rimise in viaggio. Per tutta la notte continuò il suo volo oltrepassando persino la grande rupe, proprio dove stava appollaiata l’aquila. La civetta la superò, arrivando per prima alla vetta più alta del Monte Limbara. 

L’aquila convinta di vincere, riprese il volo e velocemente raggiunse il luogo stabilito. 

Appena vide la grande vetta ed esclamò: “Sto arrivando! la vittoria sarà mia!” Felice giunse alla cima più alta del monte, quando ad un tratto vide la civetta posata sopra la roccia dell’alto monte, che l’aspettava. L’aquila incredula capì d’ aver perduto e nonostante ciò si congratulò con la giovane civetta.

Una vecchia morale dice: “Non basta avere le capacità, ma ci vuole la volontà.”      

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